Chirurgia Orecchio

Il sito vuole rappresentare un mezzo per la conoscenza delle opportunità terapeutiche, mediche e/o chirurgiche, di cui le diverse patologie dell’orecchio possono giovarsi. Si presenta suddiviso in diverse sezioni per delucidazioni sulle singole patologie e sui singoli interventi chirurgici proponibili.
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post-title VIBROPLASTICA SU INCUDINE 2016-01-11 14:16:15 yes no Scritto da chirurgiaorecchio
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11. Gennaio 2016

VIBROPLASTICA SU INCUDINE

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Riabilitazione Kabat per paralisi del facciale

Consiste in un metodo riabilitativo che si basa sulla facilitazione propriocettiva neuromuscolare e che altresì sfrutta la distribuzione diagonale della muscolatura facciale. Presso il nostro Centro viene sempre effettuata in caso di paralisi facciale di grado superiore a 4/6 sec. House-Brackmann (mancata chiusura dell’occhio anche con il massimo sforzo).

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Interventi chirurgici per paralisi facciale

DECOMPRESSIONE Consiste nella liberazione del nervo dal canale che lo contiene (canale di Falloppio) e dalla sua guaina più esterna (epineurio) per tutto il suo decorso all’interno della rocca petrosa (tratti labirintico, timpanico e mastoideo). Fino ad alcuni anni fa, veniva comunemente indicata per i casi più gravi di paralisi di Bell (a frigore) e nelle forme post-traumatiche in caso di frattura dell’osso temporale. Attualmente, prevale un atteggiamento più conservativo soprattutto se il paziente viene indirizzato ad un precoce trattamento riabilitativo Kabat. ANASTOMOSI FACCIALE-IPOGLOSSO    Si tratta di un intervento di collegamento tra il moncone del nervo facciale alla sua uscita dall’osso temporale e quello del nervo ipoglosso, isolato e ribaltato posteriormente. Viene effettuato in casi di paralisi facciale inveterata, anche se i risultati migliori si hanno se l’intervento viene effettuato entro l’anno e mezzo dall’insorgenza della paralisi. Il paziente, nei casi migliori, arriva ad avere un grado 3/6 secondo House-Brackmann (chiusura completa dell’occhio). E’ necessario associare una riabilitazione fisica mediante Kabat, insieme con quella per il possibile deficit di motilità della lingua. INTERPOSIZIONE DI NERVO GRANDE AURICOLARE    Viene effettuata in caso di evidente lesione del nervo facciale, per cause tumorali, jatrogene o traumatiche, che necessità dell’asportazione del segmento lesionato e sua […]

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FESS (Chirurgia endoscopica dei seni paranasali)

Rappresenta oggigiorno la metodica chirurgica più idonea per risolvere un’infiammazione sinusale cronica. L’indicazione a questa procedura deriva obbligatoriamente dalla visione di radiogrammi TC che permettono lo studio dettagliato delle zone sulle quali intervenire. L’intervento si avvale di uno strumentario specifico, ovverosia di endoscopi di diverso calibro ed angolazione, per rimuovere con precisione tessuti ed osso interessati dalla malattia, aprire e ventilare gli ostii dei seni paranasali ed aiutare al ripristino di una normale funzionalità nasale. Il decorso post-operatorio è tollerabile, con una terapia di supporto per il controllo della causa dell’infiammazione. Nei casi più complessi è possibile che la guarigione definitiva si ottenga dopo molti mesi. Gravi complicanze sono rare ma possibili in considerazione della vicinanza delle strutture sinusali con la cavità orbitaria ed il cervello. La FESS può anche essere effettuata per la chiusura di brecce tra naso e cavità intracranica (rinoliquorrea), per l’asportazione di adenomi ipofisari e per trattare l’esoftalmo (morbo di Basedow). La FESS viene eseguita in anestesia generale, in regime di day-hospital oppure ordinario. Il tamponamento nasale viene rimosso dopo 2-3 giorni.

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Roncochirurgia

RONCOCHIRURGIA PROCEDURA PILLAR Consiste nel posizionamento di piccoli inserti nello spessore del palato molle, in anestesia locale ed in pochi minuti, in regime ambulatoriale o day-hospital. UVULOPALATOPLASTICA Nel nostro Centro viene eseguita mediante radiofrequenze (Coblator). Oltre al trattamento del palato molle e dell’ugola, è possibile associare la tonsillotomia o la tonsillectomia, e/o l’ablazione dei margini laterali della base lingua. L’intervento viene eseguito in anestesia generale, in regime di day-surgery.

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MENIETT

  Si tratta di un trattamento pressorio locale, effettuato mediante un dispositivo portatile, per alleviare, nel paziente menierico, la sintomatologia vertiginosa acuta e recidivante. Il protocollo prevede: 1. Posizionamento di tubicino di ventilazione 2. Trattamento per la durata di 1 mese, con 3 applicazioni quotidiane 3. Valutazione e controllo mediante questionario. Un recente studio ne ha valutato l’efficacia nel 65% dei pazienti indirizzati alla neurectomia vestibolare per crisi vertiginose subentranti e debilitanti. Ad oggi, questo trattamento rappresenta l’unica terapia conservativa, perché scevra da complicanze, opzionabile prima di un intervento chirurgico.

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Impianto chirurgico di protesi acustiche

In pazienti selezionati e per specifiche forme di ipoacusia, è possibile prevedere che la protesi acustica possa essere inserita attraverso un intervento chirurgico. Attualmente è disponibile la seguente tipologia di protesi acustiche impiantabili sulla base esclusiva dell’esame audiometrico: BAHA (http://www.cochlear.com/wps/wcm/connect/au/home) Si tratta di protesi percutanee per via ossea indicate per soggetti con ipoacusia trasmissiva o mista, mono- e bilaterale, derivante da infezioni croniche, malformazioni dell’orecchio, ripetuti interventi di ricostruzione timpano-ossiculare con scarso successo ed assenza completa di udito da un lato (Single Sided Deafness o SSD). L’intervento viene eseguito in anestesia locale o generale, in regime di day-surgery. L’attivazione avviene in genere a distanza di 2-3 mesi circa dall’applicazione. RETROX(http://www.fda.gov/MedicalDevices/ProductsandMedicalProcedures/DeviceApprovalsandClearances/Recently-ApprovedDevices/ucm083301.htm) Si tratta di un dispositivo adatto alla risoluzione di problematiche di qualità dell’ascolto, legate essenzialmente ad una perdita uditiva sulle frequenze acute, quali soprattutto la difficoltà di ascolto in ambiente rumoroso. L’intervento chirurgico, eseguito ambulatorialmente o in day-surgery, in anestesia locale, consiste fondamentalmente in una sorta di piercing retroauricolare. L’attivazione del dispositivo avviene dopo circa 1 mese dall’applicazione. ESTEEM ENVOY (www.envoymedical.com) Si tratta di un nuovo dispositivo protesico la cui unicità dipende dal fatto di essere totalmente impiantabile, e dunque invisibile dall’esterno, e di essere privo di microfono da impiantare (si […]

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Impianto al tronco (ABI)

Consiste nel posizionamento di una serie di elettrodi radunati in una piccola pattina, all’interno della porzione del tronco encefalico corrispondente alla localizzazione dei nuclei cocleari. E’ indicato nei casi di sordità profonda bilaterale con deficit funzionale bilaterale del nervo acustico (agenesia congenita, dopo asportazione per neurinoma dell’acustico bilaterale – NF2 ), oppure quando l’impianto cocleare è sconsigliato per problematiche locali cocleari (ossificazione degli spazi ove viene generalmente inserito l’elettrodo dell’impianto).

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Impianto Cocleare

Permette la riabilitazione delle forme di sordità profonda bilaterale che non si giovano della protesizzazione tradizionale. Consiste nell’introduzione di un dispositivo elettronico all’interno della coclea, allo scopo di stimolare direttamente il nervo acustico, e riavviare o ripristinare una funzione uditiva socialmente utile. Le indicazioni più vantaggiose si hanno nei bambini (entro i 2 anni di vita) e negli adulti post-linguali, ovverosia con una sordità occorsa dopo la normale acquisizione delle capacità uditive e comunicazionali.

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Neurectomia Vestibolare

Consiste nella sezione del nervo dell’equilibrio (nervo vestibolare), ed è considerata il trattamento di elezione per i casi più gravi di malattia di Menière. Può essere effettuata per via retrosigmoidea, retrolabirintica, della fossa cranica media e translabirintica, quest’ultima quando l’udito del paziente è già marcatamente compromesso.

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Drenaggio del sacco endolinfatico

Si tratta di un intervento proponibile per la malattia di Menière, allo scopo di eliminare l’accumulo di liquido endolinfatico in eccesso (idrope endolinfatica) che ne sarebbe all’origine. Consiste in una mastoidectomia e nell’esposizione della meninge della fossa cranica posteriore, nell’ambito della quale per l’appunto è situato il sacco endolinfatico, propaggine membranosa del labirinto posteriore. Viene generalmente riportata una percentuale di successo intorno al 60 % dei pazienti dopo il fallimento della terapia medica convenzionale (dieta iposodica e diuretico).

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Mastoidectomia

Consiste nell’apertura e nello svuotamento dell’osso retrostante l’orecchio (mastoide), ed è spesso associata ad una timpanoplastica, allo scopo di aumentare la ventilazione dell’orecchio medio in toto. Rappresenta comunque il tempo preliminare per un accesso alle strutture situate più in profondità nell’osso temporale, fino al piano durale ed all’angolo ponto-cerebellare.

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Stapedioplastica

Si tratta di un intervento che viene effettuato per otosclerosi, e può consistere nell’asportazione completa (stapedectomia) o nella perforazione “a misura” della base (platina) della staffa (stapedotomia), seguite dal posizionamento di una protesi che viene agganciata all’apofisi lunga dell’incudine ed inserita a livello vestibolare, direttamente o mediante interposizione di tessuto pericondrale. L’intervento può essere eseguito attraverso il condotto senza incisioni (via transcanale) o con approccio endaurale, praticando una piccola incisione all’ingresso del condotto uditivo esterno, sia in anestesia locale che in anestesia generale con una durata variabile tra i 20 ed i 40 minuti.

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Ossiculoplastica

Consiste nella ricostruzione delle strutture ossiculari mancanti perché usurate o rimosse durante un intervento di timpanoplastica. In genere interessa l’incudine, oppure una parte della staffa (sovrastruttura o arco), meno frequentemente il martello (o il suo manico). Se la ricostruzione avviene sopra la staffa integra, si parla di protesi PORP (partial ossicular replacement prosthesis); se sopra la base della staffa (platina), si parla di TORP (total ossicular replacement prosthesis). I materiali protesici possono essere ricavati da rimodellamento di materiale prelevato dal paziente stesso (ossicini, cartilagine), oppure composti in titanio.

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Timpanoplastica

Come per la miringoplastica, anche questo intervento viene indicato in casi di otite media cronica per la riparazione di una perforazione della membrana timpanica. A differenza della miringoplastica, però, oltre ad eseguire la riparazione della membrana timpanica, vengono effettuate manovre di bonifica dei focolai infiammatori nell’orecchio medio come della catena degli ossicini, che può avere o meno necessità di essere ricostruita (OSSICULOPLASTICA).

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Miringoplastica

Consiste nella riparazione di una perforazione della membrana timpanica che generalmente determina una ipoacusia lieve sulle basse frequenze e che viene annoverata tra i casi di otite media cronica. Il materiale di riparazione viene prelevato dal paziente stesso (fascia del muscolo temporale, pericondrio tragale). L’intervento può essere eseguito sia in anestesia locale che in anestesia generale, con incisione dietro o all’interno del padiglione auricolare.  

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Drenaggio transtimpanico

Consiste nell’incisione della membrana timpanica e nel posizionamento, a cavallo del suo tramite, di un tubicino di drenaggio/ventilazione, in genere preceduta dall’aspirazione dell’eventuale versamento siero-mucoso. Le indicazioni comprendono: otite media secretiva timpanoplastica per otite adesiva trattamento pressorio per malattia di Meniére (Meniett) L’intervento viene eseguito nell’adulto in anestesia locale (ambulatoriale), mentre nel bambino si rende necessaria l’anestesia generale.

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Sindrome di Minor

Sindrome di Minor Questa labirintopatia, che prende il nome dall’Autore americano (Lloyd Minor) che l’ha per primo codificata, è determinata dalla deiscenza (assente copertura della capsula otica) a carico – il più frequentemente – del canale semicircolare superiore. Pur essendo di origine congenita, la presenza della deiscenza non determina per forza il corrispettivo corredo sintomatologico, caratterizzato da autofonia, acufeni, ipoacusia trasmissiva per i toni gravi (in presenza di riflesso stapediale) e crisi vertiginose scatenate da stimolazione sonora intensa (fenomeno di Tullio) o aumenti pressori violenti per manovre di Valsalva, ponza mento, ecc. (fenomeno di Hennebert). La diagnosi, oltre che anamnestica e radiologica, si basa su differenti prove di semeiologia strumentale, anche se queste possono in parte anche risultare nella norma. Sono da annoverare: i potenziali miogenici (VEMPs), oculari e cervicali e l’elettrococleografia. Mediante studio dei VEMPs, è possibile evidenziare una riduzione della soglia di detezione del Complesso Primario (Ni-Pi) che, nel soggetto normale, viene evocato da uno stimolo acustico di intensità particolarmente elevata e, comunque, raramente inferiore ai 110dB SPL indipendentemente dal tipo di stimolo utilizzato (click o tone burst); nei casi di abnorme riduzione di impedenza del labirinto, il potenziale si evoca anche per intensità è molto minore. L’esame […]

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Otite media cronica

Otite media cronica    Infiammazione dell’orecchio medio e/o della mastoide che, nella sua forma purulenta, coincide con la presenza di una perforazione timpanica. Rappresenta il più spesso una sequela di otiti medie acute recidivanti. A seconda delle dimensioni e della sede della perforazione timpanica, il paziente affetto presenterà secrezione (orecchio che butta) ed ipoacusia di tipo trasmissivo. A volte coesistono acufeni, secrezione ematica e vertigini. L’aggravamento dell’ipoacusia trasmissiva spesso implica un interessamento erosivo della continuità della catena ossiculare (più frequente a carico dell’apofisi lunga dell’incudine). L’esame radiologico mediante Tomografia Computerizzata (TAC) non è sempre necessario ma può comunque fornire informazioni pre-operatorie utili sulle condizioni anatomiche o sull’estensione della patologia. Il trattamento medico utilizza antibiotici locali e generali insieme a lavaggi medicati per la bonifica della regione interessata dalla secrezione, ed è indicato solo per la risoluzione degli episodi di riacutizzazione. Il trattamento d’elezione è chirurgico, e consiste nella riparazione della sola membrana timpanica (miringoplastica o timpanoplastica) e/o della catena ossiculare (ossiculoplastica). Secondo il giudizio clinico, si può consensualmente eseguire anche una mastoidectomia.

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Disfonia

E’ il sintomo di un disturbo a carico dell’organo produttore della voce, ovverosia la laringe. La sua comparsa necessita di una visita specialistica con fibroscopia e di una successiva eventuale terapia chirurgica e/o riabilitativa (logopedica). Le cause di disfonia possono essere su base infiammatoria (corditi, laringiti, polipi, noduli) o tumorale. A seconda della gravità e della sede di un’eventuale lesione, l’intervento chirurgico può essere eseguito – in anestesia generale – con metodica endoscopica (microlaringoscopia) o con approccio esterno al collo.

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Russamento

Si tratta di un frequente disturbo che può o meno associarsi ad una grave sindrome respiratoria notturna che comporta apnee frequenti e prolungate, con possibili ripercussioni negative sul distretto cardio-circolatorio. Il russamento semplice può essere trattato adottando innanzitutto adeguate misure igienico-dietetiche ed associando ad esse una piccola chirurgia a carico delle strutture spesso causa del disturbo respiratorio e russatorio (turbinati, palato molle). Solo eccezionalmente è necessario ricorrere ad una chirurgia più invasiva. La sindrome con apnee notturne può o meno associarsi al russamento e deve essere studiata presso appositi Centri mediante esame polisonnografico, in grado di definirne stadio e gravità. Presso il nostro Centro lo studio polisonnografico viene effettuato avvalendosi di una nuova apparecchiatura portatile, l’Apneograph, che viene montata da un medico, e viene attivata dal paziente nel proprio domicilio. Mediante questa apparecchiatura viene definita la tipologia dell’eventuale apnea (periferica o centrale), nonchè – nel primo caso – la sede causale principale (naso, palato, ipofaringe), in modo da poter ritagliare il più idoneo trattamento chirurgico.

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Protesizzazione acustica

Rappresenta una soluzione terapeutica adottabile per alcune forme di ipoacusia, prevalentemente neurosensoriale, per le quali al momento non esiste un’alternativa di terapia medica. Esistono 2 categorie di protesi acustiche: quella classica, di tipo digitale o non, retroauricolare, endocanale, in genere prescritta dal medico audiologo/otorinolaringoiatra e poi acquistata presso negozi di protesi acustiche; e quelle più recenti che vengonoimpiantate chirurgicamente, per le quali sono possibili diverse soluzioni a seconda del grado e del tipo di ipoacusia: – per via ossea, B.A.H.A. (Bone Anchored Hearing Aids) – per via aerea: semi-impiantabili (RetroX, Otologics, Symphonix) totalmente impiantabili (Envoy, Carina)    Le BAHA sono indicate per il recupero uditivo in caso di patologia malfomativa dell’orecchio esterno e/o medio, per esiti funzionali di interventi (specie se multipli) sull’orecchio medio (timpanoplastiche, stapedotomia), o in caso di sordità totale monolaterale. Le RetroX trovano indicazione in forme selezionate di ipoacusia che interessano principalmente le frequenze > 2000 Hertz ( il paziente non è propriamente ipoacusico, ma il suo ascolto entra in crisi in ambienti rumorosi). L’indicazione alle protesi di orecchio medio, semi- o totalmente impiantabili, deve essere innanzitutto motivata da disturbi riferiti indossando le protesi tradizionali (feedback, fischio; infezioni ricorrenti della pelle del canale acustico esterno) e solo secondariamente […]

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Paralisi del nervo facciale

E’ una lesione disfigurante legata alla perdita della motilità della muscolatura facciale, pressochè sempre monolaterale. Può essere di natura congenita, ma piu spesso è secondaria ad interessamento patologico del nervo facciale lungo il suo decorso dal tronco cerebrale fino al suo sfioccamento nella ghiandola parotide. La causa piu frequente è virale (un tempo nota come paralisi a frigore o di Bell). Altre cause possono essere in collegamento con forme di otite cronica, di tumori maligni, di colesteatomi specie se congeniti della rocca petrosa. Altre ancora rappresentano l’esito di interventi chirurgici nei quali il nervo facciale è altamente a rischio (colesteatoma della rocca, schwannoma vestibolare, paraganglioma timpano-giugulare). La diagnosi è clinica e si avvale di una classificazione in stadi e di reperti elettrodiagnostici che possono avere importanza prognostica. Il trattamento medico – nelle forme non iatrogene – può avvalersi di steroidi ed antivirali, mentre quelle patologiche o post-chirurgiche possono prevedere interventi diretti sul nervo con decompressione o anastomosi microchirurgica. In ogni caso, il protocollo prevede una riabilitazione fisica mediante metodo Kabat che si è rivelata utile per un recupero migliore e piu rapido.

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Acufeni

Vengono definite come tali le percezioni sonore in assenza di stimolazione acustica esterna. Sono per lo piu soggettivi (sentiti solo dal paziente), mentre gli oggettivi (ascoltabili anche dall’esterno) possono essere legati a patologie vascolari, quali tumori (paragangliomi) o fistole artero-venose. In genere coesiste una perdita uditiva e solo in alcuni casi l’esame audiometrico può rivelarsi del tutto normale. Le forme secondarie possono essere trattate e, a volte, risolte con la terapia della patologia che li induce, che va dal banale tappo di cerume a processi patologici dell’orecchio medio od interno, quali otiti medie, acute o secretive, otosclerosi, malattia di Menière, schwannoma vestibolare o conflitto neuro-vascolare. Alcune forme specifiche di perdita uditiva, quali quella da trauma acustico od ototossicità, oppure la presbiacusia (indebolimento della capacità uditiva legata al passare degli anni) possono manifestarsi con tale sintomo. Il trattamento, a parte quello delle forme con patologia primaria, è complesso e si basa su varie tipologie di protocollo che vanno dall’infusione di farmaci depletivi, alla combinazione di farmaci antiossidanti, a metodiche basate sul biofeedback o all’infiltrazione transtimpanica di steroidi.

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Paraganglioma

Erroneamente, ma comunemente denominato glomo, è una neoformazione benigna a prevalente componente vascolare che si origina dalle strutture chemo-presso regolatrici. Nel 60% dei casi si localizza a livello del bulbo della vena giugulare; nel restante 40% si localizza lungo il nervo timpanico di Jacobson ed il nervo auricolare del vago di Arnold. Si può localizzare esclusivamente nella cassa timpanica a livello del promontorio (timpanico), oppure interessare anche la mastoide (timpano-mastoideo), oppure estendersi al seno sigmoideo ed al bulbo della giugulare (timpano-giugulare) Il sintomo piu frequente è l’acufene pulsante, sincrono con il polso, accompagnato ad un’ipoacusia prevalentemente trasmissiva. La diagnosi è otoscopica, con l’evidenziazione di una massa retrotimpanica di color rosso, in sede ipotimpanica. La conferma si ha con gli accertamenti radiologici, quali la TC e la RM con mezzo di contrasto. La seconda ha sostituito l’angiografia anche se quest’ultima possiede ancora validità soprattutto se si pianifichi un’embolizzazione della massa in preparazione o meno all’intervento chirurgico di rimozione.

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Neurinoma dell’acustico (Schwannoma vestibolare)

Si tratta del piu comune tumore benigno dell’angolo ponto-cerebellare, che insorge nella maggior parte dei casi dal ramo  vestibolare del pacchetto acustico interno. La forma monolaterale sporadica è piu frequente (90%) rispetto a quella genetica bilaterale e multipla (NF2). I sintomi iniziali sono a carico dell’organo uditivo con ipoacusia neurosensoriale monolaterale e, soprattutto, acufene monolaterale, mentre la vera e propria vertigine è piu rara (prevale un senso di instabilità). La diagnosi è oggigiorno affidata alla Risonanza Magnetica con Gadolinio che permette di diagnosticare formazioni a livello millimetrico. In genere un terzo circa dei neurinomi ha tendenza all’accrescimento (2 mm circa l’anno), mentre alcuni non crescono o, raramente, regrediscono. Il trattamento puo essere di 3 tipi: “wait and scan”, ovverosia aspettare l’eventuale accrescimento eseguendo periodicamente (1 volta l’anno) una Risonanza Magnetica; Radioterapia con gamma-knife o acceleratore lineare (Linac) Asportazione chirurgica per via translabirintica, retrosigmoidea o della fossa cranica media (le 2 ultime nel tentativo di salvare l’udito residuo del paziente)

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Malattia di Meniere

Malattia di Meniére    E’ una labirintopatia da cause sconosciute, a meno che non esistano patologie che possono generare accumulo di liquido endolinfatico (idrope) quali distiroidismi, diabete, allergie alimentari, sifilide o traumi cranici pregressi. Alle volte è presente una malattia su base immunitaria.                              Sezione istologica di coclea umana in paziente affetto da idrope endolinfatica. La sintomatologia è caratterizzata da crisi vertiginose violente, della durata di 20 minuti od alcune ore, a carattere rotatorio, spesso associate a nausea, sudorazione o vomito, con acufeni, ipoacusia ed ovattamento. La diagnosi si basa sul dato anamnestico, sul rilievo di forme particolari di perdita uditiva (fluttuante inizialmente) e puo essere avvalorata da test specifici quali l’elettrococleografia ed il test al glicerolo. Il trattamento della fase acuta è affidato a farmaci sedativi centrali ed antiemetici. Il trattamento del periodo intercritico (vero trattamento della malattia) è inizialmente medico (diuretici, dieta iposodica) e, nel caso di fallimento, prevede nel protocollo nell’ordine: terapia pressoria locale con Meniett     trattamento chirurgico con: drenaggio o ablazione del sacco endolinfatico neurectomia vestibolare

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Otite media cronica colesteatomatosa

E’ la piu severa forma flogistica che può interessare l’orecchio medio, la mastoide e sezioni particolari dell’osso temporale (apice petroso). Consiste nella presenza di epitelio malpighiano desquamante avvolto in una capsula o in forma disseminata. L’accumulo delle squame epidermiche forma una massa che tende a crescere progressivamente e può portare ad erosioni delle strutture ossee circostanti e/o complicanze endotemporali extracraniche o intracraniche. Il colesteatoma è rappresentato da una massa biancastra costituita da un nucleo centrale di materiale amorfo (cellule epiteliali in disfacimento, cristalli di colesterina) circondato da lamelle epidermiche sovrapposte concentriche circondata dalla matrice. Quest’ultima separa la massa epiteliale dal corion. Si possono distinguere due forme colesteatomatose: il colesteatoma congenito, definito come una massa sferica ben capsulata situata nella cassa timpanica dietro una membrana timpanica integra. Il colesteatoma acquisito, distinto in primitivo e secondario. Per il colesteatoma primitivo sono state avanzate: la teoria della metaplasia squamosa (Wendt, 1873) in corso di fenomeni flogistici cronici la teoria della migrazione epiteliale attraverso i bordi di una perforazione timpanica; la teoria della invaginazione, oggi la più accreditata, secondo la quale per una disfunzione tubarica cronica si produce una tasca di retrazione che invaginandosi sempre più a seguito della depressione endotimpanica cronica, perde la […]

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Otite media cronica timpanosclerotica

Rappresenta una sequela di episodi di otite media che finiscono per determinare una degenerazione jalina con apposizione di calcio a carico delle strutture dell’orecchio medio, il più spesso della membrana timpanica ma a volte anche della catena ossiculare e della mucosa dell’orecchio medio. Nel 65-90% dei casi coesiste una perforazione della membrana timpanica. In sua assenza, generalmente il paziente non lamenta ipoacusia. Altrimenti, si ha una ipoacusia trasmissiva a volte progressiva, per i toni gravi, mentre l’interessamento pantonale è spesso indice di interessamento con fissità della catena ossiculare. Il trattamento della timpanosclerosi è necessario solo in presenza di una perforazione timpanica o di una ipoacusia, la cui risoluzione presenta però maggiori difficoltà e minor percentuale di successo.

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Otosclerosi

Processo distrofico della capsula ossea dell’orecchio interno caratterizzato da apposizione di osso sclerotico neoformato dopo rimaneggiamento in specifiche zone dell’orecchio medio. E’ frequente in età giovanile, con incidenza clinica superiore nel sesso femminile per il fatto che gravidanza ed allattamento rappresentano fattori scatenanti la sua manifestazione clinica. In genere l’esordio clinico (comparsa di ipoacusia mono- o bilaterale) è in media tra i 30 ed i 40 anni. Nel 5-8 % circa dei casi la malattia è puramente a carico dell’orecchio interno, generando una ipoacusia cocleare pura. Il focolaio otosclerotico può interessare solo una parte della platina (base della staffa), più frequentemente la parte anteriore (fissula ante fenestram) oppure nella sua interezza, ivi incluso il suo spessore (forma obliterativa). La malattia si manifesta con ipoacusia, in genere bilaterale, progressiva e simmetrica, con fasi di stasi alternate a fasi di riattivazione. Studi recenti hanno messo in evidenza l’importanza di una pregressa infezione morbillosa. La diagnosi è clinico-strumentale, con audiometria tonale ed impedenzometria (timpanogramma di tipo A ed assenza di riflessi stapediali). L’audiometria tonale conferma la sordità di tipo trasmissivo, inizialmente sulle frequenze medio-basse (I stadio),  poi pantonale (II stadio). In uno stadio successivo si evidenzia una ipoacusia mista con componente neurosensoriale variabile […]

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Otite media secretiva

Flogosi subacuta o cronica dell’orecchio medio accompagnata da un versamento retrotimpanico senza i sintomi (assenza di otalgia) di una infezione acuta, ma con ovattamento ed ipoacusia. Nei bambini è bilaterale nell’80% dei casi, mentre nell’adulto è piu facilmente monolaterale (va sempre esclusa una patologia tumorale del rinofaringe). In genere, va incontro a risoluzione spontanea nell’arco di un mese dopo terapia antibiotico-mucolitica (steroidi molto efficaci soprattutto nell’ infanzia) oppure spontaneamente specialmente nel periodo estivo. Alla base vi può essere una disfunzione tubarica per cause flogistiche (riniti) o meccaniche (ipertrofia adenoidea) che modificano gli scambi gassosi nella cassa del timpano. La diagnosi si basa sull’esame obiettivo con otomicroscopia: la membrana timpanica appare spessa ed edematosa, perde la sua semitrasparenza, è retratta, ipomobile, e si possono apprezzare i livelli idroaerei attraverso una membrana timpanica comunque trasparente. L’esame timpanometrico conferma il sospetto clinico mediante impedenzometria (curva piatta di tipo B). Il trattamento medico si basa sull’uso di decongestionanti nasali, antibiotici e mucolitici. La terapia chirurgica viene presa in considerazione in caso di fallimento di quella medica, e soprattutto per la mancata risoluzione spontanea del processo morboso (frequente nei periodi caldi dell’anno) e può prevedere l’asportazione delle adenoidi e la miringotomia con posizionamento di un drenaggio […]

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Otite media acuta

L’otite media acuta è un’ infezione della mucosa dell’orecchio medio, frequente tra i 6 mesi ed i 3 anni di vita, per lo più legata ad una infezione respiratoria virale. I principali germi patogeni sono l’Hemophilus Influentiae, lo Streptococco Pneumoniae e la Moraxella Catarrhalis. Anomalie degli scambi gassosi a livello della mucosa dell’orecchio medio, e secondariamente, la disfunzione tubarica (tuba più corta, più orizzontale e più beante nell’infanzia) e l’immaturità del sistema immunitario, giocano un ruolo patogenetico fondamentale. Tra i  fattori predisponenti sono da ricordare le scarse condizioni socio-economiche, il fumo passivo, l’ipertrofia adenoidea, dismorfismi cranio-facciali ed il reflusso gastro-esofageo. I sintomi principali sono rappresentati da dolore intenso (otalgia) – che recede in caso di perforazione timpanica -, febbre elevata e malessere generale. La diagnosi si avvale dell’esplorazione diretta (otoscopia) che permette di visualizzare le caratteristiche variazioni a carico della membrana timpanica: perdita di trasparenza, arrossamento localizzato o diffuso, eventuale estroflessione, eventuale perforazione con secrezione torbida (mucosa o mucopurulenta) od emorragica (più rara). Un trattamento antibiotico per via generale, coadiuvato eventualmente da antidolorifici, permette di risolvere nell’arco di una settimana la sintomatologia. E’ necessario un controllo specialistico per la verifica della guarigione e dell’assenza di esiti patologici.

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Esostosi del condotto uditivo esterno

Neoformazioni ossee multiple, legate all’apposizione lamellare di osso neoformato, a livello della parte profonda del condotto uditivo esterno, a base larga d’impianto e ricoperte da cute integra. Rappresentano in genere un reperto otoscopico occasionale. I fattori predisponenti sono il contatto con l’acqua, specie se fredda (sportivi di tuffi, nuoto, vela, ecc.).    Il trattamento chirurgico di asportazione è indicato solo quando la patologia scateni periodicamente otiti esterne recidivanti con stenosi subtotale o totale del CUE ed ipoacusia.

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Osteoma del condotto uditivo esterno

Neoformazioni singole, spesso voluminose, situate nella parte superficiale del condotto uditivo esterno, unilaterali e peduncolate, che si originano dalla sutura timpanomastoidea o timpanosquamosa.

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Atresia auris congenita

Si tratta di una patologia malformativa che consiste nell’arresto completo o parziale di sviluppo del padiglione auricolare e nella mancara pervietà del condotto uditivo esterno. Nella sua forma più grave si ha dunque assenza del padiglione auricolare ed un muro osseo imperforato laddove doveva formarsi il condotto uditivo esterno. Oltre che il danno estetico, coesiste generalmente una ipoacusia trasmissiva grave pantonale. Entrambi i difetti, l’estetico ed il funzionale, possono essere trattati sia con metodo epitesico (epitesi di padiglione + BAHA) che con chirurgia tradizionale.

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Otite esterna acuta

Infezione (dermo-epidermite) della pelle che riveste il condotto uditivo esterno, meno frequentemente il padiglione auricolare, di natura batterica o micotica. E’ favorita da un condotto uditivo stretto, abitudini igieniche improprie (cotton-fioc), uso di protesi acustica, contatto e ristagno di acqua (specie se non pulita) ed assenza di cerume. E’ caratterizzata da dolore violento, spesso insopportabile, che può irradiarsi alla regione temporale ed alla mandibola, ed è acuìto dalla palpazione o dal semplice sfioramento dell’orecchio. L’ispezione interna (otoscopia) può spesso essere impraticabile per il dolore ed il quadro si desume per la presenza di un condotto completamente chiuso e per la presenza di secrezione purulenta. Il trattamento è diversificato in base alla gravità del quadro e può prevedere l’uso di antibiotici per via generale (se coesiste stato febbrile), gocce antibiotiche locali, meglio se precedute dall’inserimento di tamponcini (ear wick) all’interno del condotto uditivo.

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Fistola auris congenita

Quadro malformativo lieve rappresentato dalla presenza di un piccolo forellino proprio al davanti della parte superiore del padiglione auricolare, che può andare incontro ad infezioni ricorrenti. Il trattamento di asportazione chirurgica è richiesto solamente quando tali episodi di infiammazione sono frequenti.

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Protesi Vibrant Soundbridge

Il 16 Novembre 2014, presso l’Ospedale Universitario Sant’Andrea, si è effettuata la prima applicazione al mondo del nuovo processore di dispositivo Vibrant Soundbridge (Medel, Austria) su un paziente affetto da ipoacusia neurosensoriale. Tra le caratteristiche del nuovo processore, quello di essere compatibile con l’effettuazione di una Risonanza Magnetica fino a 1.5 Tesla.

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VideoCorso delle Università Romane

Il 28 maggio 2010, come da programma, si è tenuta la II Giornata del VideoCorso delle Università Romane, presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma. Il programma svolto ha riguardato presentazioni e chirurgia in diretta sulle seguenti materie: – Stapedotomia laser – Protesi Impiantabili: BAHA Vibrant SoundBridge sulla finestra rotonda – Timpanoplastica chiusa per otite colesteatomatosa I filmati relativi a questi interventi saranno a disposizione gratuitamente e consegnati durante la III Giornata, prevista presso il Policlinico Umberto I, a cura del prof. Roberto Filipo, il giorno 24 giugno 2010.

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VIBROPLASTICA SU INCUDINE

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VIBROPLASTICA SU FINESTRA ROTONDA

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STAPEDOTOMIA INVERSA LASER ASSISTITA

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SOPHONO

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SINDROME DI MINOR OBLITERAZIONE DEL CSS

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OSSICULOPLASTICA CON PROTESI IN TITANIO

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NEURECTOMIA VESTIBOLARE SELETTIVA

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MAXUM

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ESTEEM

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DECOMPRESSIONE DEL SACCO ENDOLINFATICO

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COLESTEATOMA CON FISTOLA DEL CSL

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BONEBRIDGE

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BAHA

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Protesi Esteem (Sant’Andrea/Villa Del Rosario)

Il 17 maggio 2016 è stata applicata la Esteem n. 37 su una paziente affetta da ipoacusia neurosensoriale bilaterale.  

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Libri

Un Manuale in lingua inglese per gudiate – passo passo – la dissezione anatomica e chirurgica dell’osso temporale. Il testo – in inglese – contiene tutti i contenuti della Relazione Ufficiale del Congresso della Società Italiana di Audiologia, tenutosi a Roma.   I due volumi rappresentano la guida allo studio – per studenti e specializzandi – della materia otorinolaringoiatrica: il volume 1, dedicato all’Otologia; il volume 2 dedicato alla Rinologia ed alla Laringologia. Questo volume contiene i testi delle più importanti relazioni dell’ultimo Simposio Internazionale sulla malattia di Meniere, tenutosi a Roma nell’ottobre 2015.  

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CORSO DI OTOCHIRURGIA

I giorni 13 e 14 ottobre 2016 si è tenuto presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Sant’Andrea di Roma, un Corso di Otochirurgia. Ospiti come docenti sono stati il prof, Roberto Filipo, il dott. Daniele Bernardeschi di Parigi ed il dott. Alejandro Harguindey di Madrid. Sono stati effettuati in parallelo 6 interventi chirurgici: 2 miringoplastiche (dott. Ronchetti e dott. Covelli); 2 stapedioplastiche (dott. Bernardeschi e dott. Harguindey); 1 BAHA percutanea ed un vibroplastica su processo breve dell’incudine (prof. Barbara). Il Corso provvedeva ad erogare 12.5 crediti ECM.

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